Al via la stretta sugli appalti «labour intensive». L’ art. 4 del dl 124/2019 (convertito dalla legge 157/2019) ha introdotto un nuovo strumento «antievasione», che coinvolge anche gli enti locali in qualità di committenti di servizi.
La norma prevede che, in alcuni appalti di valore annuo superiore a 200 mila euro, il committente (ossia l’ ente) debba chiedere all’impresa appaltatrice o affidataria e alle imprese subappaltatrici copia delle deleghe di pagamento per il versamento delle ritenute sui redditi da lavoro dipendente e assimilati dei lavoratori impiegati nell’ appalto. In caso di inadempimento, l’ente deve far scattare lo stop al pagamento dei corrispettivi maturati dall’ impresa appaltatrice o affidataria.
Il perimetro applicativo interessa quelli caratterizzati dall’ utilizzo prevalente di manodopera nelle sedi di attività del committente, con l’uso di beni strumentali di sua proprietà, o comunque a lui riconducibili, e per un importo complessivo che superi la soglia di 200 mila euro annui.
Di.Sa dice che esemplificando, potrebbero rientrate gli appalti mensa con utilizzo di centri cottura del committente e personale dell’appaltatore, oppure gli appalti di manutenzione informatica (sistemistica e hardware) ai computer dell’ente, o ancora gli appalti di servizi di trasporto e manutenzione con utilizzo di mezzi dell’ente.