Cessione multipla dei crediti, Governo al lavoro sul Decreto correttivo. Cercare un equilibrio tra la cessione dei crediti illimitata e l’esigenza di evitare frodi. È l’obiettivo del Decreto correttivo su cui il Governo è al lavoro.
In risposta ad una interrogazione, posta ieri in Commissione Finanze della Camera dall’on. Alessio Villarosa, il Governo, rappresentato dal Sottosegretario al Ministero dell’Economia e delle Finanze, Federico Freni, si è detto consapevole dei problemi innescati dai limiti alla cessione dei crediti corrispondenti alle detrazioni fiscali e disposto a valutarne la correzione, a condizione che si ponga un freno ai fenomeni elusivi fino ad ora rilevati.
Le correzioni sono state sollecitate, oltre che dalle imprese e dai professionisti, da altri esponenti politici, che hanno proposto varie soluzioni per reintrodurre la cessione dei crediti “libera” prevenendo le frodi.
Cessione dei crediti, le ipotesi per il Decreto correttivo
Tra le soluzioni c’è la possibilità di introdurre controlli a monte, cioè al momento della prima cessione. Secondo Villarosa, le truffe avvengono all’origine dell’operazione. A suo avviso sarebbe necessario che il Governo svolga indagini anche sulle aziende partecipate. “Visto che la parte principale della truffa è all’origine – ha chiesto Villarosa – Poste e CdP quali documenti chiedevano alle aziende prima di ricevere il credito di imposta”?
Va nella direzione dei controlli preventivi anche l’ipotesi di untrodurre un bollino, ventilata dall’on. Pd Martina Nardi, presidente della commissione Attività produttive della Camera. Si tratta di un codice emesso dall’Agenzia delle Entrate, che resterebbe agganciato al credito ad ogni cessione.
Le modifiche sono considerate inevitabili sia dagli esponenti della maggioranza sia da quelli dell’opposizione.
L’esigenza, espressa da più esponenti politici, tra cui i senatori della Lega Alberto Bagnai e Paolo Arrigoni, è di fare presto per evitare incertezze e che gli intermediari finanziari si ritirino dal mercato. Poste e CdP hanno infatti sospeso l’acquisto dei crediti.
Secondo i deputati M5S Giovanni Currò e Vita Martinciglio, lo spettro delle frodi non giustifica le ricadute negative su tutta la filiera.
Cessione dei crediti, le incongruenze del Decreto Sostegni ter
Sulla scia di quanto denunciato dagli operatori del settore, l’on Villarosa ha evidenziato che, per colpa delle misure antifrode (obbligo di visto di conformità e congruità delle spese per la cessione del credito e lo sconto in fattura) e dell’articolo 28 del Decreto Sostegni ter (limite di un passaggio per la cessione del credito), molti committenti non vogliono più avviare i lavori, mettendo in crisi le imprese che avevano già sostenuto gli investimenti.
Queste imprese, ha sottolineato Villarosa, non pagheranno le tasse, con un danno per il bilancio dello Stato. Il rischio per il bilancio dello Stato è stato messo in evidenza anche dal Servizio di Bilancio del Senato, chiamato ad analizzare il Decreto Sostegni ter.
Cessione dei crediti, MEF: sequestri per oltre 2 miliardi di euro
D’altro canto, il problema delle frodi è reale. Il Sottosegretario al MEF, Federico Freni, rispondendo all’interrogazione, ha spiegato che su 35 miliardi di euro di crediti ceduti, per circa 5 milioni di operazioni, le Procure hanno sequestrato crediti per oltre 2 miliardi di euro ed è lecito attendersi sequestri per altri 2 miliardi.
Mantenendo invariato il sistema di cessione dei crediti senza alcun limite, nel primo semestre 2022 si rischierebbe oltre il 20% di crediti erogati per frodi ai danni dello Stato.
Freni ha sottolineato che quando un credito viene sequestrato, questo non può essere scontato e rischia di essere completamente perso. Il sequestro cautelare blocca la piattaforma del cessionario, con ripercussioni negative sulla sua attività.
Il confronto sull’argomento inizierà con il prossimo Consiglio dei Ministri, in cui il Governo discuterà il decreto correttivo.