Crediti incagliati e futuro edilizia: cosa ci aspetta?

Recentemente, analizzando l’ultimo report Enea sull’utilizzo del Superbonus, abbiamo evidenziato due problematiche cruciali che continuano a essere ignorate dal Governo e dal Parlamento: la questione dei crediti fiscali bloccati e l’incertezza sul futuro del settore edilizio.

Blocco cessione e futuro edilizia: due questioni collegate

Due problemi strettamente legati, poiché senza una soluzione efficace per i crediti incagliati, sarà difficile pianificare il futuro del settore e ripristinare la fiducia tra gli operatori del mercato delle costruzioni.

Federica Brancaccio, presidente dell’Associazione Nazionale Costruttori Edili (ANCE), ha recentemente anticipato in un’intervista a “La Repubblica” alcuni dati preoccupanti elaborati dall’Ufficio Studi dell’ANCE. Secondo le stime, il settore dell’edilizia subirà una decelerazione del 7,4% nel 2024, con una perdita di investimenti pari a 10 miliardi di euro. Considerando che ogni miliardo di investimenti persi corrisponde a circa 13.000 posti di lavoro in meno, queste cifre dovrebbero rappresentare un serio campanello d’allarme per tutti gli stakeholder coinvolti.

Il fondo per gli Esodati del Superbonus

Nel frattempo, il Governo ha proposto la creazione di un fondo da 16,4 milioni di euro per affrontare la questione degli Esodati del Superbonus. Tuttavia, benché la reale entità del problema dei crediti fiscali bloccati a causa della sospensione della cessione non sia ancora ben definita, è evidente che questa cifra rappresenta solo un tentativo limitato, che difficilmente porterà a soluzioni concrete o risultati significativi per i soggetti coinvolti.

Se ne è accorta l’Associazione “Esodati del Superbonus” che ha espresso il suo disappunto e disapprovazione per l’inadeguatezza del fondo. “Questa misura, annunciata come parte del pacchetto di provvedimenti “Salva spese” approvato dal Parlamento a febbraio scorso – rilevano gli Esodati – è stata introdotta attraverso un decreto ministeriale attuativo firmato in questi giorni dal ministro Giorgetti. Tuttavia, risulta chiaramente insufficiente per affrontare la situazione di emergenza che coinvolge circa un milione e mezzo di cittadini e famiglie”.

Il Superbonus – continuano gli Esodati – inizialmente concepito come un incentivo coprente il 110% delle spese per la riqualificazione energetica e la ristrutturazione edilizia, è stato progressivamente ridotto al 90% e poi al 70%, lasciando molte famiglie in gravi difficoltà finanziarie e incapaci di completare i lavori iniziati, interrotti a causa del blocco delle cessioni. Il fondo attuale consente un rimborso pari solo al 30% delle spese sostenute di tasca propria, ma solo a condizione che i lavori abbiano raggiunto almeno il 60% di avanzamento entro il 31 dicembre 2023. Inoltre, i rimborsi sono limitati ai bonifici effettuati tra il 1° gennaio e il 31 ottobre 2024, riservati a chi ha un reddito inferiore a 15.000 euro e ha optato per la cessione del credito o lo sconto in fattura Superbonus. Questi criteri restrittivi riducono drasticamente il numero di famiglie che possono effettivamente beneficiare del fondo”.

I numeri parlano chiaro – conferma l’Associazione degli Esodati del Superbonus – con una somma così esigua, solo una minima parte degli aventi diritto potrà ricevere un sostegno. Secondo le nostre stime, riportate anche da alcune testate specializzate, il fondo riuscirà a coprire solo un terzo dei lavori necessari per completare le ristrutturazioni interrotte, e potrebbe rappresentare appena lo 0,3% del totale dei lavori ancora in sospeso. La maggior parte delle famiglie coinvolte, dunque, resterà senza un aiuto adeguato, trovandosi di fronte a un futuro incerto, con lavori incompleti e debiti da saldare”.

Concludendo, l’Associazione Esodati del Superbonus ha chiesto al Governo “un intervento urgente e più sostanziale, volto a risolvere questa situazione in modo efficace e sostenibile. È indispensabile che si mettano in atto misure concrete che vadano oltre il simbolico supporto finanziario attualmente previsto, al fine di garantire un vero sollievo a tutte le famiglie e imprese coinvolte. Inoltre, a causa del DL39 le famiglie più in difficoltà sono quelle incapienti che hanno sostenuto spese nell’anno 2023 alle quali è stata preclusa incomprensibilmente la possibilità di cessione delle rate residue, facendo loro perdere tutte le somme anticipate. Una situazione gravissima, al limite della legittimità, denunciata più volte dall’Associazione in varie sedi senza mai aver avuto purtroppo risposte”.

 

lavoripubblici

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