Limiti al Subappalto, Anac chiede di rimuoverli. Modificare le norme sul subappalto, non solo per andare incontro alle richieste della Corte di Giustizia Europea, ma anche per rispondere alle esigenze del mercato italiano. È la richiesta che l’Autorità nazionale anticorruzione (Anac) ha avanzato durante un’audizione nelle Commissioni Ambiente e Politiche Europee della Camera.
Appalti, no alla soglia generale del 30%
Il presidente dell’Anac, Giuseppe Busia, ha affermato che bisogna spostare il baricentro dalle soglie e dai divieti verso un maggiore spazio ai controlli. Secondo Busia, la Corte di Giustizia non chiede di eliminare qualunque limite al subappalto, ma di non avere limiti generali ed astratti, validi per ogni caso.
Per questi motivi, Busia ha giudicato irragionevole la soglia del 30% (che il Decreto Sblocca Cantieri ha elevato al 40%fino al 31 dicembre 2020) se applicata in modo generale a tutti gli affidamenti, ma ha aggiunto che il legislatore deve tenere in considerazione che un subappalto che investa la quasi totalità o la totalità del contratto sarebbe illogico.
Si dovrebbe immaginare, propone, che oltre una certa soglia di subappalto, si riattivi la responsabilità del subappaltatore verso la stazione appaltante. In questo modo si avrebbe una garanzia in più nei confronti della stazione appaltante e si disincentiverebbe a comportamenti volutamente elusivi della responsabilità.
Appalti, aumento dei controlli
Secondo Busia bisogna considerare che la difficoltà principale per le stazioni appaltanti sta nell’effettuare i controlli sui requisiti posseduti dalle imprese che partecipano alla gara. Per risolvere questo problema, a suo avviso occorre rafforzare la qualificazione delle stazioni appaltanti.
Dato che la verifica dei requisiti è un procedimento oneroso per la stazione appaltante, e che anche gli operatori economici che partecipano ad una gara devono ripresentare gli stessi documenti, secondo Busia la soluzione sarebbe la “valorizzazione della banca dati nazionale dei contratti pubblici”.
Busia ha anche sottolineato che un sistema in grado di garantire i dovuti controlli, con il rafforzamento dell’Anac, può rappresentare un elemeto di garanzia in più nei confronti dell’Unione Europea, cui l’Italia chiede le risorse del recovery Fund.