Superbonus 110%: ‘Indispensabile rendere la misura strutturale’. Mentre è ormai certa la presentazione di un emendamento al nuovo disegno di legge di Bilancio per prorogare le detrazioni fiscali del 110% (c.d.superbonus) previste dal D.L. n.34/2020 (c.d. Decreto Rilancio), il mondo delle costruzioni si è spaccato tra chi ritiene che le nuove agevolazioni possano essere determinanti per la ripresa economica e chi, invece, ritiene che dubbi e perplessità stiano solo bloccando il settore.
Superbonus 110%: i dubbi dei professionisti
Dubbi e perplessità certificati sia dalla quantità di interventi dell’Agenzia delle Entrate e dell’Enea che dall’ultimo rapporto del Cresme dal titolo ” Il recupero e la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio: una stima dell’impatto delle misure di incentivazione” presentato alla Camera dei Deputati, che fa il punto sull’impatto delle detrazioni fiscali per il recupero e la ristrutturazione edilizia e la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio.
Un rapporto che ha evidenziato, ancora una volta, quanto sbagliato sia intervenire nel settore dell’edilizia utilizzando lo strumento del “Decreto Legge” che, mentre può andar bene per le emergenze, ha mostrato tutti i suoi limiti dovuti principalmente alla necessità di attendere i 60 giorni per la conversione in legge da cui poi scattano i termini per la pubblicazione dei provvedimenti attuativi. Ed è proprio quello che è successo con il superbonus 110%, venuto al mondo il 19 maggio 2020 con la pubblicazione in Gazzetta del Decreto Rilancio (anche se già da diverse settimane gli operatori del settore ne erano al corrente) ma che ha dovuto attendere il 5 ottobre 2020 (139 giorni dopo) per avere un quadro normativo completo (anche se ancora poco chiaro).
Superbonus 110%: Assistal chiede di renderlo strutturale
È evidente, però, che a regime e risolti i dubbi interpretativi che ogni norma genera in fase di start-up, la misura fiscale potrà davvero riuscire a dare una scossa al settore dell’edilizia. Da questa consapevolezza nasce la richiesta di Assistal, l’Associazione Nazionale Costruttori di Impianti, Servizi di Efficienza Energetica ESCo e Facility Management, aderente a Confindustria, che con il suo presidente Angelo Carlini ha affermato “Il superbonus 110%” rappresenta uno strumento di rilancio e sviluppo per l’economia del nostro Paese, un catalizzatore per stimolare maggiori investimenti e creare più lavoro. Le stime sull’impatto della misura sul mercato, presentate alla Camera dei Deputati dal Rapporto 2020 per il recupero e la riqualificazione del patrimonio edilizio, ci parlano di 2,4 miliardi di euro per il 2021 e addirittura di oltre 8 miliardi complessivi qualora la misura venisse prolungata al 2022. Siamo profondamente convinti che il Superbonus 110% rappresenti una soluzione valida, efficace e sostenibile alla crisi che stiamo vivendo e accogliamo, quindi, con favore la proposta avanzata dalla stessa Commissione Attività Produttive della Camera dei Deputati sulla necessità di dare continuità alla misura prorogandola fino al 31 dicembre 2023“.
“Le imprese dei costruttori di impianti, dei servizi di efficienza energetica e del facility management nel loro complesso sono in Italia più di 140 mila per un totale di 400 mila lavoratori e rappresentano un settore vitale per l’economia del nostro Paese che, non dimentichiamolo, si è dato degli impegni importanti nel processo di transizione energetica. Pertanto – ha concluso Carlini – proprio per poter raggiungere i livelli richiesti di sostenibilità energetica e ambientale è necessario che la misura sia strutturale o almeno abbia un orizzonte temporale più ampio di quello attuale e che sia facilmente accessibile. La misura del Superbonus 110%, associata alla modalità della cessione del credito e dello sconto in fattura, ci permette di far ripartire i cantieri rilanciando in modo concreto e significativo l’economia italiana, provata dall’emergenza Covid”.
Superbonus 110%: ANCE chiede la proroga al 2023
“Non c’è tempo da perdere. La proroga al 2023 è necessaria per dare reale avvio agli interventi di efficientamento energetico e messa in sicurezza sismica che sono praticamente fermi in attesa che il quadro normativo e il periodo di tempo a disposizione per beneficiarne sia adeguato alle reali necessità”. Questa è, invece, la richiesta del Presidente dell’Associazione Nazionale Costruttori Edili (ANCE), Gabriele Buia.
“L’emendamento presentato sabato e firmato da oltre 60 parlamentari di maggioranza è un segnale chiaro che il Governo non può non accogliere – sottolinea Buia che invita a rompere ogni incertezza e “a consentire a una delle poche misure di rilancio dell’economia di poter partire dando fiato a un settore come l’edilizia, determinante per la ripresa economica e per l’occupazione”.
In riferimento alle preoccupazioni del Ministero dell’Economia e delle Finanze sulla copertura economica necessaria per le detrazioni fiscali del 110% e sull’eccessivo peso finanziario che avrebbe sulle casse dello Stato, il Presidente ANCE è stato chiaro “Il nostro Centro studi ha fatto i conti: a fronte di un esborso dello Stato di circa 13 miliardi di euro il superbonus genera un giro di affari di 42 miliardi di euro sull’economia italiana che porta a più entrate per lo Stato di circa 7,5 miliardi di euro e a un risparmio netto per le famiglie di 600 euro ogni anno. Siamo pronti a illustrare al Mef le nostre stime e a convincerli che dall’estensione del superbonus ne hanno tutti da guadagnare e non solo in termini economici, ma anche in chiave di sostenibilità e di riduzione dei fattori di rischio dovuti a scarsa manutenzione”.
“Ci auguriamo – ha concluso Buia – che già nelle prossime ore l’emendamento con la proroga venga approvato così da dare avvio concretamente all’incentivo che interesserà migliaia di edifici e di condomini”.