Proroga superbonus, Durc e sblocco cessione: il valzer degli emendamenti

Nonostante le recenti parole del Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, che ha categoricamente escluso ogni possibilità di proroga per il superbonus 110%, l’Italia resta una Repubblica in cui la rappresentanza della volontà popolare è affidata al Parlamento (Camera e Senato).

Decreto Asset: al via la conversione in legge

Sarà il Parlamento (almeno si spera ma si prevede già un maxiemendamento presentato dalle forze di governo) a decidere cosa fare con le detrazioni fiscali del 110% e con il meccanismo delle opzioni alternative (sconto in fattura e cessione del credito) di cui rispettivamente agli articoli 119 e 121 del Decreto Legge n. 34/2020 (Decreto Rilancio). È stato, infatti, avviato al Senato l’esame del disegno di legge di conversione del Decreto Legge n. 104/2023 (Decreto Asset) che, ricordiamo, contiene al suo interno due articoli (24 e 25) che hanno previsto:

  • la proroga al 31 dicembre 2023 per l’utilizzo del superbonus 110% da parte delle unifamiliari che al 30 settembre 2022 hanno già completato il 30% dell’intervento complessivo;
  • la comunicazione all’Agenzia delle Entrate del mancato utilizzo del credito indiretto.

Entro il 9 ottobre 2023, il Parlamento dovrà convertire il Decreto Legge n. 104/2023, intervenendo con modifiche che potranno arricchire un testo al momento ritenuto insufficiente per far fronte alle problematiche connesse al blocco della cessione dei crediti edilizie e alla sospensione dei cantieri.

Proroga Superbonus

Al momento sono esattamente 28 gli emendamenti presentati agli articoli 24 e 25 del Decreto Asset, molti dei quali hanno compreso la reale problematica chiedendo interventi ben specifici.

Tra questi vale la pena evidenziare l’emendamento a prima firma di Aurora Floridia (Gruppo Misto) mediante il quale si chiede la sostituzione integrale dell’art. 24 con una nuova formulazione che prevede:

  • la proroga per l’utilizzo del superbonus 110% sulle unifamiliari (sempre con il vincolo del 30% entro il 30 settembre 2022) “entro la data di scadenza del titolo edilizio e comunque entro, e non oltre, il 31 marzo 2024” (formulazione alquanto strana, volendo essere generosi, considerato che il titolo edilizio non ha scadenza nel caso di CILAS);
  • la proroga al 31 dicembre 2024 per l’utilizzo del bonus 110% da parte dei soggetti che possiedono i requisiti di cui all’art. 1, comma 894, della Legge n. 197/2022 (Legge di Bilancio 2023) ovvero per:
    • gli interventi diversi da quelli effettuati dai condomìni per i quali, alla data del 25 novembre 2022, risulta presentata la CILAS;
    • gli interventi effettuati dai condomìni per i quali la delibera assembleare che ha approvato l’esecuzione dei lavori risulta adottata entro il 18 novembre 2022 e la CILAS presentata entro il 31 dicembre 2022;
    • gli interventi effettuati dai condomìni per i quali la delibera assembleare che ha approvato l’esecuzione dei lavori risulta adottata in una data compresa tra il 19 e il 24 novembre 2022 e la CILAS presentata entro il 25 novembre 2022;
    • gli interventi comportanti la demolizione e la ricostruzione degli edifici, per i quali alla data del 31 dicembre 2022 risulta presentata l’istanza per l’acquisizione del titolo abilitativo.

Relativamente alla proroga, un altro interessante emendamento prevede:

Per gli interventi effettuati dai condomini e dalle persone fisiche di cui al comma 9, lettera a), dell’articolo 119, del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito con modificazioni dalla legge 17 luglio 2020, n. 77, compresi quelli effettuati dalle persone fisiche sulle singole unità immobiliari all’interno dello stesso condominio o dello stesso edificio, laddove ricorrano le condizioni previste dall’articolo 2, comma 2, del decreto-legge 16 febbraio 2023, n. 11, convertito con modificazioni dalla legge 11 aprile 2023, n. 38, la detrazione continua ad operare per le spese sostenute sino al 30 giugno 2024, nella percentuale spettante al 31 dicembre 2023, a condizione che, alla medesima data del 31 dicembre 2023, siano stati effettuati lavori per almeno il 30 per cento dell’intervento complessivo.

Le condizioni di cui all’art. 2, comma 2, del D.L. n. 11/2023 sono quelle relative agli interventi di superbonus per cui alla data del 16 febbraio 2023:

  • per gli interventi diversi da quelli effettuati dai condomini risulti presentata la CILAS;
  • per gli interventi effettuati dai condomini risulti adottata la delibera assembleare che ha approvato l’esecuzione dei lavori e risulti presentata la CILAS;
  • per gli interventi comportanti la demolizione e la ricostruzione degli edifici risulti presentata l’istanza per l’acquisizione del titolo abilitativo.

Durc e imposte

Altra importante disposizione riguarda il rilascio del Documento unico di regolarità contributiva (Durc). Viene previsto che per le imprese che, alla data del 31 agosto2023, abbiano crediti da superbonus giacenti nei cassetti fiscali per un valore non inferiore al 20% del fatturato, non ceduti e liquidati nell’anno, siano sospesi fino al 31 dicembre 2024 gli adempimenti per il rilascio del Durc.

Inoltre, alle imprese e ai professionisti che abbiano crediti da superbonus giacenti nei cassetti fiscali, per un valore non inferiore al 20% del fatturato o del totale dei corrispettivi al 31 agosto 2023, è concesso l’esonero dal pagamento di interessi di mora e sanzioni per il ritardo nel pagamento di imposte, tasse e contributi a qualunque titolo dovuti per l’anno d’imposta 2022 e 2023.

Sblocco cessione dei crediti

Alcuni emendamenti riguardano il meccanismo delle opzioni alternative e la migliore certificazione dei crediti edilizi. In particolare, viene previsto per i crediti fiscali edilizi detenuti dal sistema bancario e derivanti dall’esercizio delle opzioni, la cessione a favore delle società partecipate del Ministero dell’economia e delle finanze da parte di banche, ovvero delle società appartenenti ad un gruppo bancario iscritto all’albo di cui all’articolo 64 del decreto legislativo 1º settembre 1993, n. 385.

Una soluzione che lascia molto perplessi perché non assicurerebbe un ritorno all’acquisto dei crediti da parte del sistema bancario. Tra le altre cose, i crediti edilizi acquistati sarebbero sottoposti a verifica oppure è solo una soluzione per consentire alle banche di liberarsi di crediti tossici?

Un altro emendamento vorrebbe istituire un fondo per garantire banche ed intermediari finanziari nell’acquisto dei crediti d’imposta derivanti dall’esercizio delle opzioni per la cessione del credito e dello sconto in fattura. Una garanzia che coprirebbe il capitale, gli interessi e gli oneri accessori fino all’importo massimo garantito.

 

lavoripubblici

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