Superbonus 110%: cosa non ha funzionato?
Stando alle dichiarazioni del Presidente del Consiglio, del Ministro dell’Economia e dopo aver seguito il servizio trasmesso da Report è ormai chiaro a tutti che il Superbonus 110% è il male dell’Italia perché ha aumentato il costo di realizzazione degli interventi, causato il caro materiali ed è stato l’artefice delle truffe fiscali.
Ma non solo perché da questo scenario sembrerebbe che in Italia vivano solo professionisti corrotti e ladri, imprese furbe e contribuenti ignari di tutto. Chi ha ascoltato le dichiarazioni e visto il servizio non avrebbe altri elementi per fare affermazioni diverse.
La situazione è naturalmente molto diversa e non è chiaro come mai né il Ministro dell’Economia né il giornalista che ha curato il servizio “110 e lode” abbiano pensato di:
- dare un’occhiata ai dati pubblicati dall’Agenzia delle Entrate sulle frodi fiscali;
- verificare dati ed effetti dei ribassi medi rispetto ai prezzari regionali nelle gare di lavori pubblici;
- comprendere l’andamento dei prezzi dei materiali da costruzione a livello europeo.
Dati dai quali si potrebbe avviare un percorso di analisi su cosa ha funzionato e cosa invece no nel superbonus 110%.
Superbonus 110%: cosa ha funzionato
Partiamo dal cosa ha funzionato:
- inversione di tendenza del settore dell’edilizia che nel biennio 2020-2021 ha avuto un’impennata della spesa;
- azzeramento del lavoro nero;
- aumento dell’occupazione;
- miglioramento delle caratteristiche energetiche e strutturali degli edifici.
Superbonus 110%: cosa non ha funzionato
Ma bisogna essere onesti ed evidenziare anche ciò che non ha funzionato e su cui andrebbe fatta qualche riflessione:
- quel 10% in più era stato pensato per coprire il 100% dei costi sostenuti, ma ha aperto un vero e proprio business inizialmente impazzito complice l’iniziale meccanismo di cessione del credito infinito e senza regole;
- la disposizione fiscale è nata troppo frettolosamente con un provvedimento emergenziale (il Decreto Legge n. 34/2020, c.d. Decreto Rilancio) che ha necessitato di 11 correttivi nel primo biennio di applicazione del superbonus 110%;
- l’utilizzo come strumento del Decreto Legge ha necessitato di 139 giorni per il completamento del quadro normativo;
- il 110% ha azzerato la contrattazione diversamente da come avviene nei lavori pubblici dove sopra certi importi è previsto l’utilizzo delle procedure negoziate o aperte;
- l’orizzonte temporale breve non ha consentito una attenta pianificazione degli interventi ma il proliferarsi di professionisti e imprese avventurieri, a discapito della qualità progettuale ed esecutiva;
- procedure edilizie poco chiare (ancora non si sa per certo se alla CILAS vada comunque presentato il titolo edilizio previsto dal d.P.R. n. 380/2001);
- assenza di piattaforme informatiche immediatamente pronte per l’utilizzo e il controllo dei bonus;
- difficoltà operative nella gestione delle difformità del patrimonio edilizio esistente (ma questo è un altro problema).
Superbonus 110%: la cessione del credito
A questo punto non è possibile dimenticare il vero motore che ha spinto l’edilizia fuori dalla crisi: il meccanismo delle opzioni alternative. Sconto in fattura e cessione del credito hanno aperto gli interventi a tutti, anche a soggetti privi di reddito o senza capienza fiscale.
Chiaro è che l’accoppiata cessione del credito + bonus edilizi senza controlli (bonus facciate ed ecobonus su tutti) siano stati il vero grande errore di questa misura a cui, in realtà, il Governo aveva messo una grossa pezza con il Decreto Legge n. 157/2021 (Decreto Antifrodi). Dal 12 novembre 2021 difficilmente si potranno effettuare altre frodi come quelle registrate dall’Agenzia delle Entrate, perché da questa data tutti i bonus edilizi dovranno sottostare al visto di conformità e all’asseverazione di congruità delle spese.
Superbonus 110%: la verità
La verità non è mai semplice da trovare. È un percorso lungo e difficile da cui andrebbero tolti tutti i filtri dovuti al background di chi analizza i fatti. I dati in possesso lo dimostrano chiaramente:
- il superbonus non è neanche tra le cause principali delle frodi fiscali;
- l’Italia non è quella descritta da Report ma quella fatta da professionisti che si aggiornano continuamente, imprese pronte, attente e che lavorano duro, e più in generale cittadini che ripongono le loro speranze nella qualità del legislatore;
- l’esperienza maturata col superbonus dovrebbe condurre verso la necessaria conseguenza di un testo unico che racchiuda tutte le misure, adempimenti, requisiti, controlli,…dei vari bonus edilizi.