Superbonus 110%: è possibile cambiare tutto?
Il Superbonus 110% è una misura con tanti pregi e tanti difetti, che ha creato tante volte un bipolarismo tra sostenitori e detrattori. C’è chi l’ha visto come un flop totale, chi invece l’ha considerato come volano del settore edilizio, trainante per tutta l’economia nazionale, ma soprattutto come un mezzo per potere finalmente attuare gli interventi di efficientamento energetico – dal cappotto termico fino all’utilizzo di energie rinnovabili – e di riqualificazione del patrimonio edilizio italiano rimasti tante volte sulla carta perché giudicati poco sostenibili economicamente dai committenti.
Superbonus 110%, quale futuro per la misura?
Ma, schieramenti a parte, al Superbonus 110% bisogna riconoscere indubbiamente almeno un merito: è stata un’ottima palestra per tutti, professionisti e imprese, nell’applicazione concreta del meccanismo delle detrazioni fiscali alle misure di efficientamento energetico e di adeguamento del patrimonio edilizio.
Un campo di azione importante anche per le Pubbliche Amministrazioni: basti pensare alle piattaforme che ENEA o l’Agenzia delle Entrate hanno dovuto creare per le comunicazioni degli interventi e per la cessione dei crediti, per comprendere gli enormi sforzi fatti. Adesso, gettare tutto alle ortiche sarebbe controproducente, oltre che antieconomico.
Piuttosto, il Superbonus 110% è un’esperienza da cui trarre insegnamento, e continuare a dire se essa sia stata negativa o meno è semplicemente sterile. Ora è necessario analizzare, in maniera obiettiva, quel che c’è di buono e ottimizzarlo, così come, se ci sono delle criticità, provare a risolverle.
Mentre la detrazione sulle unifamiliari volge al termine (la scadenza, salvo colpi di scena, è confermata al 31 dicembre 2022) e stessa sorte a breve-medio termine toccherà ai condomìni, è giunto il momento di capire come non mettere in soffitta questa esperienza, unica per risorse e sforzi impiegati da parte di tutta la filiera.
Le proposte di OICE per stabilizzare il Superbonus 110%
In questo senso, condividiamo l’appello di OICE, l’Associazione delle società di ingegneria e architettura aderente a Confindustria, per rendere stabile lo strumento, rivedendone il funzionamento, perché è essenziale per lo sviluppo del Pil e per l’efficientamento energetico. Ne ha parlato il presidente, Giorgio Lupoi, durante il convegno inaugurale di Saie 2022 a Bologna, dal titolo “Quali BONUS per una riqualificazione sostenibile dell’ambiente costruito”.
Nel corso dell’evento, Lupoi ha confermato l’esigenza di portare avanti anche con il nuovo Governo, come filiera delle costruzioni, le posizioni condivise fino ad oggi per fare comprendere il valore e l’importanza dei bonus edilizi. E rimarca i chiaroscuri dell’attività dell’esecutivo uscente rispetto al Superbonus 110%: “Al di là delle difficoltà tecniche derivanti da una disciplina certamente all’inizio non chiarissima, ci rimane poco comprensibile l’atteggiamento tenuto dal Governo Draghi verso una misura che, come detto oggi, ha mostrato di dispiegare benefici sia sul PIL, sia per il raggiungimento degli obiettivi di efficienza energetica in vista della scadenza del 2030”.
L’invito di OICE è a correggere qualche passaggio per evitare le disfunzioni in questi due anni, che hanno reso necessari oltre venti correttivi non sempre di facile comprensione. Tra le proposte, anche la revisione della percentuale di detrazione, purché si stabilizzi lo strumento e sia messo a regime a lungo termine, anche per evitare fenomeni distorsivi come quelli che abbiamo visto sul caro materiali.
Conclude il presidente Lupoi: “Confidiamo che su questa linea si possa lavorare con il nuovo Governo per dare continuità a questi interventi di grande importanza soprattutto alla luce dell’attuale prospettiva energetica. Da questo punto di vista le dichiarazioni espresse oggi dall’onorevole Foti ci sembrano in linea con quanto auspichiamo”.