Superbonus 90%: per le unifamiliari è impraticabile
Come uno tsunami, le nuove norme legiferate tra novembre 2022 e febbraio 2023 hanno fatto tabula rasa del superbonus sulle agevolazioni edilizie così come lo conoscevamo. In particolare, il Decreto Legge n. 176 del 18 novembre 2022 (Decreto Aiuti Quater), la Legge n. 197 del 29 dicembre 2022 (Legge di Bilancio 2023) e il Decreto Legge n. 11 del 16 febbraio 2023 (Decreto Blocca cessioni) hanno modificato talmente tanto la struttura del superbonus che degli originari articoli 119 e 121 del Decreto Legge 34/2020 (Decreto Rilancio), così come erano stati pensati, legiferati e convertiti in legge, non è rimasto quasi nulla, se non una norma per contribuenti benestanti.
Superbonus e unifamiliari: cosa cambia nel 2023?
Spicca su tutti lo sconvolgimento delle agevolazioni sulle unifamiliari su cui il combinato disposto delle tre norme sopra menzionate le rende sostanzialmente impraticabili. Vediamo il perché con un esempio.
Ipotizziamo che il Sig. Bianchi, la cui famiglia monoreddito è composta dalla moglie e due figli minorenni a carico, voglia ristrutturare la sua abitazione allo scopo di un efficientamento energetico dell’immobile e migliorare di due classi energetiche. Per fare ciò ha bisogno di effettuare la coibentazione delle pareti esterne, la sostituzione dell’impianto termico, la sostituzione degli infissi e l’installazione dell’impianto fotovoltaico. La sostituzione dell’impianto termico avverrà con l’installazione di una pompa di calore che sarà alimentata dall’impianto fotovoltaico perché il Sig. Bianchi ha saputo che la bozza di revisione del regolamento 813/2013/Ue (il c.d. Ecodesign) prevede di bandire la vendita delle caldaie a gas e lui si vuol tenere pronto a questo probabile cambiamento. Il totale previsto dal computo metrico estimativo degli interventi, comprese le spese di progettazione e di asseverazione, è pari a 150.000 euro.
Il Sig. Bianchi è un impiegato pubblico che ha un reddito complessivo di 30.000 euro e capienza fiscale (cioè, gli vengono trattenute imposte in busta paga) per 7.000 euro. Per poter usufruire del superbonus al 90% per i lavori sulla sua unifamiliare devono sussistere le seguenti condizioni:
- Deve essere proprietario o titolare di un diritto reale sull’immobile;
- L’immobile unifamiliare deve essere destinato ad abitazione principale, intesa come dimora abituale e dove egli risiede anagraficamente;
- Il suo reddito complessivo deve essere al massimo di 15.000 euro, parametrato ad un quoziente familiare. Nel suo caso, il limite di 15.000 euro sarà moltiplicato per 3 (dato dalla somma di 1 per il contribuente, 1 per il coniuge e 1 per i due figli), quindi non superiore a 45.000 euro.
Niente più cessione del credito
Dal 17 febbraio 2023 non si può più cedere il credito o avere lo sconto in fattura. Perciò, per il Sig. Bianchi l’unica possibilità per recuperare il 90% della spesa che dovrà sostenere è la detrazione in dichiarazione dei redditi nei successivi quattro anni. Ma, da un calcolo immediato, il Sig. Bianchi si rende conto che è matematicamente impossibile. Infatti:
- Detrazione ammessa 90% su 150.000 euro di interventi = € 135.000
- Detrazione annua ammessa (€ 135.000 / 4 rate) = € 33.750
- Capienza annua disponibile = € 7.000
- Massimo detraibile (€ 7.000 x 4 anni) = € 28.000
- Perdita netta di detrazioni (€ 135.000 – € 28.000) = € 107.000
Questo è un esempio che dimostra l’inapplicabilità della detrazione prevista per una famiglia monoreddito che sta al di sotto del limite previsto, fatta salva la volontà di effettuare gli interventi con la consapevolezza di perdere quasi tutta la detrazione fiscale.
Contribuenti a più alto reddito
La detrazione non potrà essere sfruttata nemmeno da contribuenti con un reddito più alto e con famiglia numerosa, nonostante l’effetto moltiplicatore che al massimo potrà arrivare a 4 in caso di tre o più figli a carico.
È il caso di una famiglia, composta da due coniugi che lavorano e quattro figli a carico, che ha un reddito complessivo di 55.000 euro. In tale ipotesi, anche ipotizzando 10.000 euro di capienza fiscale annua, ci sarà una perdita netta di (€ 135.000 – € 40.000) di 95.000 euro di detrazioni.
A completare il quadro, e per ovvietà, nemmeno i contribuenti più facoltosi con oltre 60.000 euro di reddito complessivo potranno applicare l’agevolazione del 90% a causa del superamento del limite.
Il risultato di questa iniqua quanto inapplicabile legge è che, oltre al Sig. Bianchi, anche tutti gli altri contribuenti rinunceranno ad effettuare interventi di efficientamento energetico della propria abitazione oppure, in alternativa, che molti ricorrano alla cattiva abitudine di effettuare gli interventi “in economia” per osservare in anticipo gli obblighi derivanti dalla prossima Direttiva Europea sulle case green, con effetti negativi sulle casse erariali e previdenziali.