Superbonus e bonus edilizi: inaugurare una nuova stagione

Si studia, parla, discute e chiacchiera, ogni tanto arriva un provvedimento d’urgenza. L’ultimo (febbraio 2023) è stato presentato come la soluzione ai mali generati da due legislatori poco attenti (Conte II e Draghi) ma in fin dei conti non ha prodotto alcun effetto utile a chi è rimasto vittima del superbonus e, soprattutto, delle modifiche al meccanismo di cessione dei crediti edilizi.

Superbonus e cessione del credito: la differenza

Prima di ogni cosa, però, occorre ricordare un aspetto determinante, che spesso viene dimenticato dai meno attenti.

Il superbonus è una detrazione fiscale messa a punto per incentivare la riqualificazione energetica e strutturale delle abitazioni italiane. Un bonus nato nel peggiore dei modi (un provvedimento d’urgenza) che in corso d’opera è stato migliorato e semplificato. Delle modifiche all’art. 119 del Decreto Legge n. 34/2020 (Decreto Rilancio) si potrebbe contestare certamente quella che riguarda il comma 13-ter che ha fatto esplodere (inutilmente e pericolosamente) la domanda di incentivazione, a causa della CILAS (su cui ci si interroga ancora sulla sua natura) e delle deroghe all’art. 49 del DPR n. 380/2001 (Testo Unico Edilizia) che vietano l’utilizzo di detrazioni in presenza di abusi edilizi. Un comma che ha generato la malsana idea che si potesse intervenire su qualsiasi immobile legittimamente edificato, anche se pieno di piccoli e grandi abusi edilizi.

Non vi è dubbio che tecnicamente questa misura fiscale avrebbe potuto essere migliorata. Magari premiando maggiormente gli edifici con più esigenze, prevedendo aliquote differenziate, incentivando soluzioni tecnologiche consolidate…o magari semplicemente ascoltando di più professionisti e costruttori che avrebbero potuto contribuire ad una migliore organizzazione normativa.

Fatto sta che in un periodo particolare, come quello in cui è nato il Decreto Rilancio, il legislatore ha deciso di anticipare i tempi, cantierizzando una misura che probabilmente avrebbe necessitato di qualche riflessione in più (ma solo chi fa sbaglia, non dimentichiamolo!).

Dall’altra parte abbiamo il nuovo meccanismo alternativo alla detrazione diretta. Sconto in fattura e cessione del credito che, come concepiti dal Governo Conto II, sono stati il vero motore dell’edilizia. Una soluzione che ha reso trasversali i bonus edilizi, consentendo il loro utilizzo anche a chi senza capacità economica e/o capienza fiscale. Anche in questo caso non senza pesanti errori che ne hanno compromesso irrimediabilmente la popolarità.

L’errore più grande è certamente stato quello di aver esteso la cessione del credito ai bonus senza meccanismi di controllo, come il bonus facciate (senza limiti di spesa e asseverazione di congruità delle spese sostenute). I “furbi” di cui purtroppo è pieno il nostro Paese si sono ritrovati in mano lo strumento ideale per mettere in piedi un sistema di frodi che, ricordiamolo, non ha coinvolto il superbonus.

Il futuro dell’edilizia: la proposta di Forza Italia

Fatta questa (dovuta) premessa, nelle ultime settimane si è tornati a parlare di futuro. Prima la proposta di legge Gusmeroli, poi quella dell’Associazione Nazionale Costruttori Edili (ANCE), adesso con quella di Forza Italia (a proposito, fa ancora parte della maggioranza in Parlamento?) presentata dagli onorevoli Erica Mazzetti (prima firma) e Paolo Barelli nel corso dell’evento “Riforma degli incentivi per l’efficientamento energetico e sismico degli edifici”.

Oggi, noi abbiamo il dovere morale, istituzionale e politico di fare tutto il possibile per rispettare la parola data dal nostro Presidente, perché la Storia dell’oggi sia la continuazione di quei programmi e di quegli impegni – ha detto Erica Mazzetti – Nel concreto, dobbiamo portare a conclusione il periodo dei vari bonus e inaugurarne uno nuovo, garantendo lo sblocco dei crediti fermi e riordinando gli incentivi, che dovranno essere stabili, con una forte semplificazione normativa”.

Dobbiamo concentrare – ha spiegato la deputata di Forza Italia – gli incentivi in un periodo almeno decennale sull’obiettivo di efficientamento sismico, energetico, idrico e sull’obiettivo di decarbonizzazione”.

L’incentivo presentato dovrebbe svilupparsi sui seguenti punti chiave:

  • crescere proporzionalmente in base all’incremento di classi energetiche (partendo da due);
  • diminuire all’aumentare del reddito di chi lo utilizza in modo da incentivare chi ha meno possibilità di intervenire;
  • inserire al suo interno anche gli immobili di natura strumentale.

Mazzetti ha, infine, indicato la strada da seguire partendo da un nuovo testo unico dell’edilizia e dell’energia per il riordino delle normative che oggi si sovrappongono.

Questa nostra proposta – ha aggiunto Paolo Barelli, Presidente del Gruppo di Forza Italia – intende predisporre una strada stabile per operatori di un settore fondamentale per l’Italia, che deve poter lavorare e programmare con serenità: per questo vogliamo incardinare quanto prima questa proposta. Stiamo lavorando a una soluzione fattibile sul problema crediti fermi. I bonus hanno avuto effetto positivo sull’economia del Paese e sugli obiettivi di efficientamento ma anche conseguenze negative; tuttavia, non si può fare di tutta l’erba un fascio. C’è un mondo dell’edilizia che ha ottemperato alle norme e che deve essere tutelato. Siamo anche attivi per l’efficientamento energetico che deve tener conto delle differenze oggettive tra i paesi”. Barelli ha posto l’accento anche “sull’accesso al credito che è determinante per il funzionamento del settore”.

Bene le proposte.

Forse si sarebbe potuto fare di più con una proposta di legge contenente un testo da cui far partire le discussioni (non come la pdl Gusmeroli, oggettivamente scarna e vuota di qualsiasi contenuto). Grazie all’esperienza maturata nel corso dell’ultimo triennio e con l’aiuto delle professioni e dei costruttori, dovrebbe essere abbastanza semplice scrivere un testo unico delle detrazioni fiscali.

Il blocco della cessione del credito

Intanto segnaliamo l’ultimo tavolo tecnico presso il Ministero dell’Economia, a cui ha partecipato una rappresentanza degli Esodati del Superbonus. “Stiamo collaborando con il Governo alla stesura della bozza di un decreto urgentissimo che eventualmente possa contenere le necessarie garanzie di stato – ha affermato Domenico Passarella, vice presidente dell’Associazione Esodati del Superbonus – Abbiamo ribadito l’urgenza della riapertura di Poste e CDP che in questo momento hanno un ruolo fondamentale rispetto alle angosce di decine di migliaia di famiglie, ora intrappolate e abbiamo inserito la rassicurazione, da parte del Governo attraverso una circolare ministeriale, degli esponenti regionali che vorrebbero un segnale positivo per poter riaprire il mercato dei crediti anche tramite le compartecipate regionali“.

Il Tavolo tecnico continuerà nella giornata di oggi con un nuovo incontro tra gli Esodati del Superbonus e il Dott. Enrico Zanetti, incaricato del ministro Giorgetti.

Nei prossimi giorni potrebbero arrivare delle novità. La speranza è che prima di una nuova stagione dei bonus edilizi, il problema del blocco della cessione possa essere definitivamente risolto per ridare ossigeno e tranquillità a tutti coloro i quali, senza alcuna colpa, sono rimasti invischiati in un meccanismo perverso che oggi non esiste più (ma che dovrebbe tornare se l’obiettivo è incentivare davvero e rispondere agli obblighi della Direttiva Case Green di prossima approvazione).

 

lavoripubblici

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