Superbonus e cessione del credito, nuove critiche al Governo
“Non mancheranno, ove si renderà necessario, ulteriori interventi del Governo per fronteggiare eventuali nuove difficoltà che dovessero emergere”. Inizia citando un post del sottosegretario al Governo, Tullio Ferrante, il duro intervento di Virginio Trivella, Coordinatore del Comitato tecnico scientifico di Rete IRENE, a seguito dell’approvazione definitiva della legge di conversione del D.L. 176/2022 (Decreto Aiuti-Quater).
Decreto Aiuti Quater, i professionisti su Superbonus e cessione del credito: nessun problema risolto
Come spiega Trivella, non c’è necessità di attendere altre difficoltà considerate quelle già presenti e già note. Da questo punto di vista, l’art. 9 del DL Aiuti quater rappresenta solo un modo fittizio di affrontare il problema dei crediti incagliati: “La cessione aggiuntiva tra operatori vigilati è solo un lubrificante, ma non amplia la loro capacità complessiva di assorbimento”.
Il riferimento è ai commi 4-bis e 4-ter del Decreto, che prevedono una modifica retroattiva al meccanismo di cessione del credito, stabilendo la possibilità di 3 cessioni in luogo delle attuali 2 effettuate a favore di banche e intermediari finanziari. In questo modo sono consentite:
- una prima cessione libera;
- tre cessioni a banche e intermediari finanziari;
- un’ulteriore cessione dalle banche in favore di soggetti diversi dai consumatori o utenti, che abbiano stipulato un contratto di conto corrente con la banca stessa.
Trivella (Rete Irene): crediti trasmutati in debiti
Toni ugualmente critici verso il comma 4-quater dell’art. 9, con il quale è stato stabilito che la società SACE S.p.A. possa concedere le garanzie di cui all’articolo 15 del D.L. n. 50/2022 alle condizioni, secondo le procedure e nei termini ivi previsti, in favore di banche, di istituzioni finanziarie nazionali e internazionali e degli altri soggetti abilitati all’esercizio del credito in Italia, per finanziamenti sotto qualsiasi forma, strumentali a sopperire alle esigenze di liquidità delle imprese rientranti nelle categorie contraddistinte dai codici ATECO 41 e 43, che hanno realizzato interventi di superbonus.
Secondo Trivella, la garanzia offerta alle banche “per trasmutare i crediti in debiti è una barzelletta: non affronta il problema vero, che è quello dei crediti decennali, non obbliga le banche ad accordare i finanziamenti e rinvia il problema della capienza degli operatori agli anni successivi.”
Infine, quella per il deposito delle CILAS viene definita come “una proroghetta, una ‘vittoria’ insignificante, che non fa altro che aggiungere qualche condominio ritardatario al lungo elenco di quelli che non riusciranno a trovare un’impresa disposta a realizzare i lavori con lo sconto in fattura”, a causa di un’incapacità da parte della classe politica di affrontare efficacemente il problema.
Il Coordinatore Scientifico di Rete Irene richiama anche le parole del ministro Giancarlo Giorgetti sulla volontà di scardinare il sistema di bonus, che Trivella considera “piaccia o no, essenziale per sostenere una transizione energetica che voi avete la responsabilità di incardinare”.
E Trivella invita il sottosegretario a considerare alcuni punti fondamentali per le Amministrazioni:
- “il PNIEC attualmente in vigore deve essere aggiornato in funzione dei nuovi e più impegnativi obiettivi di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra definiti dal piano Fit for 55;
- di conseguenza, anche la LTRS deve essere adeguatamente aggiornata, incrementando il numero di edifici che annualmente dovranno essere sottoposti a riqualificazione energetica profonda;
- in assenza del ripristino della funzionalità del meccanismo di trasferimento dei crediti d’imposta, osteggiato sia dal governo Draghi che dall’attuale esecutivo, l’efficacia del sistema di incentivazione tornerà ad assicurare i modestissimi risultati (in termini di riqualificazioni profonde) che hanno caratterizzato tutto il periodo di vigenza degli ecobonus pre-covid.”
Trivella conclude sottolineando come l’azione del Governo non può limitarsi a scardinare il sistema di incentivi fiscali: “Se davvero desiderate lasciare un segno, sarà bene che cominciate a riflettere seriamente su questi temi”.
Ultima critica riguarda la garanzia SACE prevista dalla Legge di conversione del Decreto Aiuti-quater che, come conferma Trivella, consentirebbe di accedere a finanziamenti di “importo irrisorio, essendo limitata al 15% del fatturato medio degli ultimi tre esercizi (art. 15, comma 5 del DL 50/2022)”.