Superbonus e revisione PNRR: fuori il Sismabonus?

Sembra ridurre il ruolo del miglioramento del rischio sismico la proposta di modifica al Superbonus presentata nella bozza di revisione del PNRR, che introduce alcune possibili novità sulla Missione 2 del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, denominata “Rivoluzione verde e transizione ecologica”.

PNRR e transizione verde: fuori il Sismabonus?

Tra le componenti della Missione, la Componente 3, finalizzata al rafforzamento dell’efficientamento energetico, incrementando il livello di efficienza degli edifici, definita come una delle leve più virtuose per la riduzione delle emissioni del Paese che soffre di un parco edifici con oltre il 60% dello stock superiore a 45 anni, sia negli edifici pubblici (es. scuole, cittadelle giudiziarie), sia negli edifici privati, come già avviato con il Superbonus.

Ed è proprio in relazione a quest’ultimo che, nella bozza di revisione del Piano, si può notare una novità che non sarà gradita a chi, oltre che alla riqualificazione energetica, punta anche al miglioramento strutturale degli edifici in un paese a forte rischio sismico e dove la prevenzione diventa sempre più un miraggio. Vediamo il perché.

PNRR e Superbonus: le attuali previsioni del Piano

Finora la M2C3 – Investimento 2.1: Rafforzamento dell’Ecobonus e del Sismabonus fino al 100 per cento per l’efficienza energetica e la sicurezza degli edifici ha goduto dello stanziamento di un importo complessivo parti a 13,95 miliardi di euro, con un importo di progetti in essere che ammonta a 10,255 miliardi.

In particolare, nel testo nell’attuale Piano si legge alla “M2C3.2 EFFICIENTAMENTO ENERGETICO E SISMICO EDILIZIA RESIDENZIALE PRIVATA E PUBBLICA” che “Per far fronte ai lunghi tempi di ammortamento delle ristrutturazioni degli edifici, per stimolare il settore edilizio, da anni in grave crisi, e per raggiungere gli obiettivi sfidanti di risparmio energetico e di riduzione delle emissioni al 2030, si intende estendere la misura del Superbonus 110 per cento recentemente introdotta (articolo 119 del Decreto Rilancio) dal 2021 al 2023 (al 30 giugno 2023 per gli interventi effettuati dagli IACP, a condizione almeno il 60 per cento dei lavori siano stati effettuati alla fine del 2022; al 31 dicembre 2022 per gli interventi effettuati dai condomini, a condizione che almeno il 60 per cento dei lavori sia stato effettuato entro il 30 giugno precedente). Il sostegno sarà fornito in forma di detrazione fiscale pari al 110 per cento delle spese sostenute, usufruibili in un periodo di 5 anni e disponibili per chi intende effettuare ristrutturazioni energetiche e antisismiche degli edifici residenziali. La misura prevede inoltre l’introduzione di strumenti finanziari come la “cessione del credito” e il “pagamento anticipato” per agevolare gli ingenti investimenti iniziali. L’investimento consentirà inoltre di stimolare le economie locali attraverso la creazione di posti di lavoro nella filiera dell’edilizia e della produzione di beni e servizi per le abitazioni con potenziale impatto sulle categorie deboli colpite dalla pandemia. La misura riguarda interventi effettuati su zone comuni, su unità immobiliari funzionalmente indipendenti e unità plurifamiliari con uno o più accessi indipendenti dall’esterno, nonché su singole unità immobiliari. Sono inclusi nella misura numerosi interventi, quali soluzioni per l’isolamento, infissi efficienti, sostituzione di sistemi di riscaldamento e condizionamento e installazione di impianti per la generazione di energia rinnovabile. L’ammissibilità degli interventi è condizionata ad un miglioramento di almeno due classi energetiche dell’edificio, dimostrabile tramite il confronto con l’attestato di prestazione energetica (APE) prima e dopo l’intervento, equivalente ad un risparmio energetico medio (in relazione ad un consumo medio annuo di energia primaria dell’edificio residenziale) di circa 240 kWh/mq e ad un risparmio minimo atteso (sia energetico che di emissioni) del 30-40 per cento. Gli investimenti consentiranno la ristrutturazione di oltre 100.000 edifici a regime, per una superficie totale riqualificata di oltre 36 milioni di mq. Il risparmio energetico atteso dal superbonus è di circa 191 Ktep/anno con una riduzione delle emissioni di gas serra di circa 667 KtonCO2/anno”.

Le modifiche richieste nella bozza di revisione: via il Sismabonus

Secondo quanto si legge nella nuova bozza, si richiede la modifica della descrizione della misura e del target, eliminando ogni riferimento agli interventi di Sismabonus, includendo il relativo sub-criterio nell’ambito del target ecobonus, in quanto “Tale modifica consentirebbe un maggiore contributo della misura alla transizione verde”.

Un’indicazione programmatica che si legge anche nelle proposte di modifica alla quarta rata: “allo stato, non essendo chiaro il contributo alla transizione green del Sismabonus, d’intesa con i servizi della Commissione si è concordato di aumentare l’obiettivo dell’Ecobonus. La proposta consente anche di rendicontare l’installazione di caldaie a condensazione a gas in sostituzione delle caldaie a minore efficienza”.

Nessun riferimento quindi alla riqualificazione strutturale degli edifici. privati, lasciandola solo agli interventi su edifici pubblici. Sembra davvero un’occasione persa per contribuire al migliramento del patrimonio edilizio italiano e all’attività di prevenzione troppo spesso sottovalutata, come hanno più volte fatto notare tecnici e professionisti.

 

lavoripubblici

Share This