Superbonus fino al 2030? Il Governo lo esclude.
Il superbonus incide negativamente sul Bilancio dello Stato, pertanto una proroga al 2030 è esclusa; gli eventuali effetti positivi sull’economia non possono essere considerati validi a copertura di oneri certi.
È questa, in sintesi, la risposta della Sottosegretaria dell’economia e finanze, Maria Cecilia Guerra, all’interrogazione posta in Commissione Finanze del Senato da Andrea De Bertoldi (FdI).
Il senatore, nell’interrogazione presentata a ottobre 2021, ricordava che il Ministro dell’economia e finanze, Daniele Franco, nel corso della presentazione del DEF 2021, aveva dichiarato che “il superbonus non sarà più economicamente sostenibile nel lungo termine” perchè i bonus edilizi “costituiscono strumenti finanziariamente molto costosi e non sostenibili nel lungo periodo”.
De Bertoldi però ha contestato queste considerazioni ricordando lo studio della Luiss business school e della Open Economics pubblicato nel marzo 2021, secondo il quale il superbonus “determinerà nel medio e lungo termine un impatto positivo pari a 811 milioni di euro sulle finanze pubbliche”, “rappresentando, pertanto, un valore aggiunto pari a 16,6 miliardi di euro a fronte di una spesa di 8,8 miliardi di euro per il biennio 2020-2022, dimostrando quindi che l’intervento fiscale è in grado di autofinanziarsi”.
Secondo il senatore, quindi, il superbonus “andrebbe esteso fino al 2030, considerata l’enorme spinta che ha prodotto sulla domanda di ristrutturazioni immobiliari”.
Un altro tema posto da De Bertoldi è quello della “cosiddetta moneta fiscale, quale mezzo di pagamento ad accettazione volontaria, che non mette in discussione l’euro come moneta unica avente corso legale a tutti gli effetti” ed è uno “strumento in grado di autofinanziarsi senza gravare sull’equilibrio dei conti esteri del Paese, in quanto migliora la competitività delle imprese”: la proposta è quella di introdurla al fine di far circolare i crediti fiscali su larga scala.
De Bertoldi ha, infine, proposto di incrementare i crediti fiscali ‘non pagabili’, non soltanto per finanziare lavori privati di ristrutturazione edilizia e gli investimenti delle imprese ma anche per alimentare la domanda di beni di consumo durevoli nonché:
a) finanziare lavori pubblici (65% pagato con detrazioni fiscali e 35% con euro cash);
b) pagare i debiti della pubblica amministrazione;
c) ridurre il cuneo fiscale delle imprese al fine di renderle più competitive.
MEF: ‘una proroga del superbonus al 2030 è esclusa’
La Sottosegretaria Guerra ha evidenziato in primis che il superbonus “incide negativamente sul Bilancio dello Stato, pertanto una proroga al 2030 della stessa agevolazione, coerentemente con l’introduzione della misura originaria, nonché con i successivi interventi volti a prorogarla, determinerebbe oneri a fronte dei quali occorrerebbe reperire idonea copertura”. Eventuali effetti indotti sull’economia – ha aggiunto – non possono essere considerati validi a copertura di oneri certi, secondo quanto previsto dalla legge di contabilità pubblica.
Quanto alla richiesta di ampliare l’ambito di applicazione della cessione dei crediti, Guerra ha affermato che “la cedibilità dei crediti a favore di terzi, compresi gli intermediari finanziari, ha un impatto in termini di debito per il bilancio dello Stato, come più volte emerso in sede di incontri con la Commissione Europea”.
“Di conseguenza, un’applicazione maggiormente generalizzata di tale meccanismo inciderebbe negativamente sui saldi di bilancio, in misura anche significativa tenuto conto delle poste considerate dall’interrogante di ammontare consistente (lavori pubblici, debiti delle Pubbliche amministrazioni)”.
Le recenti limitazioni poste alla cessione dei crediti fiscali sono state decise per limitare le rilevanti frodi emerse; una delle caratteristiche delle frodi di maggiore entità – ha spiegato Guerra – è la cessione del medesimo credito tra numerosi soggetti, comprese persone fisiche non titolari di partita IVA e società di capitali istituzionalmente non deputate ad operare nel settore finanziario.
Inoltre, la numerosità e l’eterogeneità dei soggetti coinvolti nelle operazioni fraudolente mirano a dissimulare la genesi del credito, rendendo difficoltosa la due diligence cui sono tenuti gli istituti di credito.
Quindi – ha aggiunto la sottosegretaria – per contrastare gli illeciti, è stato delimitato con precisione il perimetro soggettivo di applicazione delle deroghe consentite al divieto di cessioni successive alla prima. Tuttavia, i recenti emendamenti approvati al ddl di conversione del DL Aiuti consentono alle banche e alle società appartenenti a gruppi bancari di cedere i crediti d’imposta da bonus edilizi ai propri correntisti che non siano qualificabili come consumatori o utenti, fermo restando il limite massimo delle cessioni.