Superecobonus, Ingegneri: ‘la spesa per lo Stato è mitigata dall’extra gettito fiscale’
Da gennaio ad agosto 2022 gli investimenti per l’efficientamento energetico degli edifici hanno raggiunto la cifra record di 26,8 miliardi di euro che equivalgono a detrazioni per 29,5 miliardi di euro a carico dello Stato.
La spesa a carico dello Stato è mitigata dagli 11 miliardi di euro di gettito fiscale derivante dalla realizzazione dei lavori e concorre all’importante obiettivo dell’efficientamento energetico del patrimonio edilizio.
È questo il commento di Armando Zambrano, Presidente del Consiglio Nazionale Ingegneri (CNI) e Coordinatore della Rete Professioni Tecniche (RPT), sugli ultimi dati relativi al superbonus 110% per i lavori energetici elaborati dal Centro Studi CNI, espresso venerdì scorso in occasione del Forum Roma Innovation Hub.
Zambrano ha ricordato che nel solo mese di luglio 2022 la spesa impegnata con il Superecobonus 110% è stata pari a 4,5 miliardi di euro a fronte di 1,8 miliardi di luglio 2021; lo scorso mese di agosto la spesa è stata pari a 3,2 miliardi di euro a fronte dei 2 miliardi del medesimo mese dell’anno precedente.
Il Centro Studi CNI stima che i 26,8 miliardi di euro investiti negli ultimi 8 mesi abbiano attivato una produzione complessiva di almeno 56 miliardi e abbiano generato 440.000 unità di lavoro.
Se la spesa a carico dello Stato tra gennaio e agosto ammonta a più di 29 miliardi di euro, il gettito fiscale derivante dalla realizzazione dei lavori è stimato, in modo molto prudente, in non meno di 11 miliardi di euro, senza considerare il gettito che dovrebbe derivare dalla produzione complessiva indotta dalla spesa per superecobonus.
Questo significa – continua il Centro Studi CNI – che la spesa effettiva a carico dello Stato per gli investimenti attivati negli ultimi 8 mesi non è di 29 miliardi ma di 18 miliardi di euro circa, da ripartire peraltro in 4 anni. L’impatto in termini di disavanzo sui conti pubblici andrebbe analizzato, pertanto, anche in questi termini. Ciò che lo Stato spende per cercare di raggiungere un importante obiettivo di efficientamento energetico, viene in una buona misura mitigato da un gettito fiscale di dimensioni non trascurabili.
“È difficile negare che all’incremento del gettito fiscale dell’11%, registrato tra gennaio e luglio 2022, certificato dall’ultimo Bollettino MEF delle Entrate Tributarie – ha sottolineato Armando Zambrano – abbia contributo in parte la grande mole di lavori attivati dal superecobonus 110%”.
“Il cosiddetto extra gettito – ha proseguito – ammonta a 30,3 miliardi di euro ed uno dei maggiori contributi è stato dato dalle ritenute sui redditi del settore privato e da quelle sul lavoro autonomo. Ciascuno tragga le proprie conclusioni da questi dati. Il superecobonus 110% è, forse, l’unico strumento di cui il Paese dispone per procedere al risanamento energetico degli edifici generando nel contempo reddito e occupazione”.
“Di fronte alla crisi energetica che ci aspetta nei prossimi mesi – ha avvertito Zambrano – vogliamo veramente chiudere la stagione dei Superbonus nel 2025? È ormai urgente che la classe politica indichi con esattezza cosa intende fare, perché oggi la questione sia delle dispersioni termiche del nostro patrimonio edilizio che dei tagli alle forniture di gas, appaiono, almeno a noi tecnici, gravemente sottovalutate”.
“Da mesi il CNI e la RPT chiedono al Governo di impostare un piano che rimoduli in modo sostanziale l’uso dei Superbonus 110%, anche abbassando il livello delle detrazioni, trovando certamente un punto di equilibrio tra il contenimento del disavanzo pubblico e la necessità di un piano capillare di risanamento degli edifici. Si prenda coscienza, però, che i Superbonus vanno collocati in una seria e duratura strategia di efficientamento e risparmio energetico del patrimonio edilizio”.